Tempo: 6,15 h – Dislivello Salita: 1060 m – Dislivello discesa: 600 m – Segnaletica: 101

Itinerario molto vario ed interessante dal punto di vista panoramico ed ambientale. Presenta un’erta salita per superare lo Zucco del Corvo ed una serie di brevi salite e discese in zone solitarie. Nel tratto lungo le pendici del Pizzo dei Tre Signori, fino alla Bocchetta di Trona, s’incontrano alcuni tratti esposti, anche se non impegnativi. Dal Rifugio Lecco si scende verso la chiesetta dei Piani di Bobbio e ci si immette nella carrozzabile che porta a Valtorta e, prima che questa scenda, si risale fino all’arrivo della seggiovia; da qui si continua lungo una mulattiera fino al Passo di Cedrino a m 1661 (sempre con il sentiero n. 101).

Si prosegue in piano fino al Passo di Gandazzo e poi con sentiero ripido per il Passo del Toro (m 1945), lungo la salita si incontra una zampillante e fresca sorgente di ottima acqua dove si sosta volentieri ad ammirare il gruppo dello Zuccone Campelli, mentre piu’ in basso, circondato da pascoli si scorge il nucleo delle Baite di Ceresola, giunti in cima al Passo percorrendo un area cengia, si aggira la fiancata rocciosa dello Zucco del Corvo (1980 m). Il panorama offerto da questo tratto del percorso e’ grandioso, ad ovest si puo’ ammirare il gruppo calcareo della Grigna, mentre a nord/est domina il piu’ scuro e geologicamente antico Pizzo dei Tre Signori. Proseguendo si attraversano le pendici del monte Foppabona, dello Zuc di Cam e di Valbona e dopo 2 ore e 45′ circa dalla partenza si arriva al Rifugio Grassi (dove eventualmente è possibile pernottare), alle spalle del rif. sono visibili le discariche delle miniere d’argento e di piombo sfruttate gia’ intorno all’anno mille.

Lasciato il rifugio si continua in direzione della Cima di Camisolo (2.157 m), con facile mulattiera che a tratti offre una magnifica vista aerea sulla sottostante Val Biandino con il solitario Lago di Sasso. Raggiunto il Pian delle Parole, o Castel Reino, dove s’incontra un antico cippo che indicava il confine fra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, si prosegue fino a superare un dosso da dove, per breve discesa, si raggiunge la Bocchetta Alta a quota 2235 m. Qui, invece di salire l’erto canale, detto “caminetto”, lungo il quale e’ possibile inerpicarsi diretti alla vetta, si prende a destra l’aereo tracciato denominato “Sentiero dei Solivi”, che con andamento pianeggiante, un percorso da percorrere con attenzione poiché, sebbene ben tracciato, risulta esposto tagliando a mezza costa le pendici meridionali del Pizzo dei Tre Signori.

Al termine della lunga traversata, dopo un tratto in discesa, si raggiunge un piccolo pianoro dove e’ collocata la colonnina di telesoccorso (installata dal C.A.I., per richiedere l’intervento del Soccorso Alpino (4 ore 15′ dalla partenza). Si continua a scendere fino a superare i resti di un antico scavo di miniera, in seguito, abbandonata la costa, si devia a sinistra e si discende nell’ampio vallone della Val d’Inferno fino ad incrociare il sentiero n. 106 da Ornica. Si riprende a salire in direzione di un evidente rilievo chiamato “Poiat” per la sua particolare forma e sormontato da una croce in legno. Giunti in corrispondenza di una grossa sorgente, la si attraversa, e compiendo un largo giro, in piano a mezza costa, con un breve passaggio tagliato nella roccia, si giunge all’inizio di un ripido canale. Risalito con un po’ di fatica il primo tratto, piegando a destra, si entra in un secondo canale quindi, raggiunta un’aerea cresta erbosa, la si risale fino ad entrare in un largo vallone lungo il quale con ripide serpentine, si guadagna velocemente quota. Continuando lungo il sentiero n. 101 si ricomincia a salire con sentiero ripido fino alla vetta del monte Giarolo (2314 m., omino di pietra). Si scende alla Bocchetta di Trona, dopo poco si raggiunge la Bocchetta di Valpianella ed in circa 30′ si arriva al Rifugio Benigni (m 2222), piccolo e grazioso, posto in un panoramico pianoro. Nei pressi del rifugio è molto facile vedere branchi di stambecchi. Dal rifugio facili escursioni all’incantevole laghetto Piazzotti, alla Cima Piazzotti, al Pizzo di Mezzaluna, i Denti della Vecchia; inoltre, per gli arrampicatori, sulle pareti del Mezzaluna sono presenti numerose vie di arrampicata di varia difficoltà a 15 minuti dal rifugio